L’UNESCO premia il Parco ed il Territorio che lo ospita: nasce la Riserva della Biosfera Selve costiere di Toscana
Nel 2004 il Parco è stato riconosciuto dall’UNESCO (sezione dell’ONU per l’educazione, la scienza e la cultura) quale Riserva della Biosfera, col nome di “Selva pisana”. Questa Riserva, parte del Programma mondiale MaB (Man and the Biosphere), coincideva esattamente con i confini del Parco regionale.
Allo scadere dei 10 anni da tale riconoscimento l’Ente Parco ha voluto rilanciare chiedendo la riconferma non sulla medesima area, ma addirittura raddoppiando la superficie ed includendo il complesso dei Monti pisani (nei loro due versanti pisano e lucchese) e del territorio agroforestale di Collesalvetti.
Il 19 marzo 2016, in occasione del quarto Congresso mondiale del programma MaB a Lima in Perù, l’UNESCO ha premiato questa proposta del Parco, costruita con un intenso lavoro durato due anni e con la preziosa e convinta collaborazione dei Comuni e di diversi soggetti istituzionali, universitari, associativi e privati.
Nasce dunque la nuova Riserva della Biosfera “Selve costiere di Toscana” (in Italia ve ne sono solo 14), caratterizzata da importanti novità: mentre Pisa e Viareggio confermano la loro fondamentale presenza con estesissimi territori di grande valenza, San Giuliano Terme, Vecchiano e Massarosa mettono addirittura tutto il loro territorio comunale dentro i confini della nuova Riserva. Decisiva novità è però l’ingresso di comuni che non fanno parte del Parco ma con esso hanno deciso di condividere un’importante sfida: entrano dunque Lucca e Capannori, con la loro porzione di Monti Pisani, così come Calci, che entra con tutto il suo pregiato territorio. Infine, si aggiunge anche Collesalvetti, che con estremo entusiasmo aggiunge alla Riserva i suoi Siti di Importanza Comunitaria assieme ad estese porzioni di aree agricole e forestali delle Colline livornesi, in parte già aree protette.
Il nome della nuova Riserva “Selve costiere di Toscana”, risulta particolarmente azzeccato per la sua capacità di descrivere il territorio nella sua interezza, ma anche per rappresentarlo a livello internazionale con incredibile efficacia comunicativa, evocando la foresta, la costa e il potente brand “toscana”. Nella Riserva ci sono eccellenze naturali, storiche e culturali (basti pensare al Parco, al Museo della Certosa, ai paesaggi agrari delle colline, ai mille luoghi di cultura dei 9 comuni, alla costa ed alle terme) che hanno impressionato anche il Bureau dell’UNESCO a Lima.
Ora dunque parte il lavoro che tutti i soggetti pubblici e privati dovranno fare per valorizzare il riconoscimento UNESCO: il gruppo di lavoro, coordinato dal Parco, si misurerà sulla scelta di un efficace logo, sulla segnaletica della Riserva MAB, sulla costruzione di reti di sentieri e connessione tra i territori, sulle strategie di comunicazione anche a fini turistici ma soprattutto sui progetti di valorizzazione delle attività umane come strumento di conservazione della natura, del paesaggio e della qualità della vita. E’ questo, del resto, l’obiettivo principale delle Riserve MAB dell’UNESCO nel mondo, con le quali anche le Selve costiere di Toscana entreranno da subito in rete, partecipando a progetti di livello internazionale. Sarà importante quindi anche il contributo dei soggetti privati che hanno già aderito (e che il Parco ringrazia di cuore) e di quelli che lo vorranno fare: un’occasione davvero d’oro per la tutela e valorizzazione di questo straordinario tratto di costa toscana.
Cos’è una Riserva MaB?
Le Riserve sono definite “aree di ecosistemi marini e/o terrestri che sono internazionalmente riconosciuti all’interno del programma MaB dell’UNESCO, creato nel 1968 per riconciliare l’ambiente e lo sviluppo (“sviluppo sostenibile”). Le Riserve della biosfera sono istituite per promuovere e dimostrare una relazione equilibrata fra l’umanità e la biosfera”. I criteri ispiratori della Rete sono quindi di conservazione della diversità biologica e di salvaguardia dei valori culturali ed essa associati,. Le Riserve sono siti privilegiati per la ricerca, la formazione e l’educazione ambientale, e, nel pieno coinvolgimento delle comunità locali, alla conservazione e all’uso sostenibile delle risorse. Costituiscono inoltre siti di dimostrazione e poli di azione nel quadro delle politiche di sviluppo regionale e di pianificazione del territorio; la Rete mondiale delle Riserve della Biosfera contribuisce così alla attuazione degli obiettivi fissati nelle diverse Conferenze internazionali sulla biodiversità (es. conf. di Rio, Agenda 21).
La Riserva “Selve costiere di Toscana” è strutturata, come tutte le Riserve della Biosfera, tramite una zonizzazione (immagine a lato), così definite:
- zone centrali (“CORE AREAS”), nelle quali l’obiettivo principale è la conservazione degli ecosistemi ed è prevista solo la ricerca scientifica: nel nostro caso sono tutte le Riserve naturali istituite dell’Ente Parco;
- zone tampone (“BUFFER AREAS”), rafforzano l’azione protettiva delle vicine zone centrali. Vi si sperimentano metodi di gestione delle risorse rispettosi dei processi naturali, si promuove la ricerca scientifica e sperimentale, l’educazione ambientale ed il turismo sostenibile;
- zone di transizione esterne (“TRANSITION AREAS”), dove si svolgono attività economiche per il miglioramento del benessere delle comunità locali. Sono quindi presenti insediamenti abitativi, industriali, attività agricole ed industriali. Lo sviluppo e la gestione delle risorse naturale deve comunque essere rispettoso dell’ambiente. Queste zone di transizione sono suscettibili, in futuro, di estensione nelle zone più esterne, per un sempre maggiore coinvolgimento degli attori economici in processi di sviluppo sostenibile del territorio.
Implicazioni
- un maggior prestigio e visibilità su scala internazionale e nazionale del sito, che si può tradurre in maggior riconoscimento e promozione di forme di sviluppo sostenibile del territorio (es turismo);
- una maggiore visibilità e un rafforzamento del ruolo del Parco nello sviluppo sostenibile del territorio, non solo quello della Riserva, ma anche di quello di tutta l’area vasta circostante;
- l’inserimento in una rete mondiale di Riserve della biosfera, implica scambio di informazioni e cooperazione fra diverse Riserve, a livello di esperienze di gestione, ricerca, sperimentazione, monitoraggio, educazione ambientale, formazione;
- un maggior coinvolgimento nella gestione fra i diversi operatori economici del/nel territorio per una gestione responsabile da parte delle comunità locali;
- la supervisione, anche tramite promozione di iniziative, da parte dell’UNESCO (che ogni dieci anni verifica se il riconoscimento può essere rinnovato e cioè se gli obiettivi e le raccomandazioni poste sono state rispettate).
La Riserva della biosfera è quindi uno strumento straordinario che può legittimare le scelte in materia di sostenibilità ambientale, anche nei confronti di attività a più forte impatto ambientale.
È importante sottolineare che la gestione rimane comunque a chi già la effettua e i vincoli restano quelli di cui alle leggi vigenti (aree protette, paesaggio, idrogeologico, ecc), esercitati dalle Autorità competenti.
Quindi: non più vincoli, ma più opportunità.
Per maggiori informazioni consultare il sito www.unesco.org