Zone umide

Le paludi, i laghi ed i fiumi (o i canali di bonifica), sono zone dove l’acqua diviene una presenza più prolungata, i boschi lasciano il posto a comunità di erbe alte (elofite) oppure di piante acquatiche più o meno sommerse (idrofite). Tra le prime, le più importanti specie che ne plasmano il paesaggio sono:

  • i carici Carex spp. usati da sempre come fibra vegetale per fare cesti ed impagliature, i canneti Phragmites australis, i tifeti Thypha angustifolia, i falascheti Cladium mariscus, i giuncheti p.e. Juncus spp., le praterie a spartina Spartina juncea, i salicornieti Salicornia patula e i limoneti con lo statice Limonium narbonense dai bei fiori violacei estivi e con le foglie ampie e carnose. Quest’ultime, a partire da alcuni giunchi, sono tipiche delle zone più salmastre. Legate invece alle elofite più dulcicole ci sono ambienti e piante rare come il grande ibisco palustre, i gialli fiori del coltellaccio Ibiscus pseudacorus, la felce florida Osmunda regalis, la felce palustre Thlypteris palustris e le orchidee di palude come la orchide palustre e la elleborine palustre. L’ambiente più singolare è invece la sfagneta Sphagnum spp. che straordinariamente vive nel coste del Parco a livello del Mar Mediterraneo con specie rare, forse almeno una estinta, come la carnivora Drosera rotundifolia!

Nelle zone di acque libere infine le piante (idrofite) più caratteristiche sono:

  • i ranuncoli Ranunculus spp. dai fiori bianchi, le più rare le ottonie Hottonia palustris, le spettacolari ninfee Nymphaea alba e le piante carnivole utricolarie a completare il mosaico del paesaggio vegetale delle zone umide del Parco riportato in due parole.

Gli uccelli che più frequentemente si faranno vedere con i nostri binocoli o sentire con i nostri orecchi tutto l’anno sono soprattutto, tra i primi:

  • l’airone cenerino Ardea cinerea, la garzetta Egretta garzetta, l’airone bianco maggiore Ardea alba, il cormorano Phalacrocorax carbo e le testuggini d’acqua a prendere il sole su qualche tronco in acqua.

Tra i secondi vi sono:

  • l’usignolo di fiume Cettia cetti, il porciglione Rallus aquaticus, la gallinella d’acqua Gallinula chloropus, la folaga Fulica atra e l’onnipresente germano reale Anas platyrhynchos.

In primavera inoltre, le voci di tante specie si faranno sentire continuamente. Ad esempio la:

  • cannaiola Acrocephalus scirpaceus, cannareccione Acrocephalus arundinaceus, salciaiola Locustella luscinioides, forapaglie castagnolo Acrocephalus melanopogon, migliarino di palude Emberiza schoeniclus. Inoltre da fine inverno a primavera in tutto il Parco, soprattutto di notte, è possibile udire rospi smeraldini Bufo viridis, rane verdi e raganelle!

Tipici dello svernamento (oltre che della migrazione) sono invece:

  • l’oca selvatica Anser anser, la gru Grus grus, il fischione Anas penelope, la canapiglia Anas strepera, l’alzavola Anas crecca ed il moriglione Aythya ferina e le rare aquile anatraie Aquila clanga e A. pomarina, l’aquila di mare Haliaeetus albicilla e il falco pescatore Pandion haliaetus (presente anche nelle altre stagioni).

Invece più tipici dei periodo di migrazione sono ad esempio:

  • la cutrettola Motacilla flava, l’averla cenerina Lanius minor, l’averla piccola Lanius collurio, rondini, il falco cuculo Falco vespertinus, il tarabusino Ixobrychus minutus, la marzaiola Anas querquedula, i piccolissimi gabbianelli Larus minutus, i fraticelli Sterna albifrons, i combattenti Philomachus pugnax, la avocetta Recurvirostra avosetta, i cavalieri d’Italia Himantopus himantopus, la volpoca Tadorna tadorna ed il falco pecchiaiolo Pernis apivorus. Tra aprile e maggio nelle nostre zone umide si potranno quindi vedere decine di specie diverse di uccelli in una giornata!

Da ultimo va detto che il periodo migliore per osservare la vita dei prati umidi, dei giuncheti e dei salicornieti nel Parco è per gli uccelli la primavera e l’inverno.

  • Le presenze più caratteristiche e cospicue di questi ambienti sono i branchi di daini e cinghiali accompagnati in inverno dalle pavoncelle, da beccaccini più sparsi, dai chiurli, dai cavalieri d’Italia, dai fenicotteri Phoenicopterus roseus dalle rare pittime e, tra i predatori, di giorno è comune vedere lo “spirito santo” del gheppio Falco tinnunculus e di notte il volo silenzioso del chiarissimo barbagianni Tyto alba.

I luoghi più importanti per scoprire le nostre zone umide (rimanendo sempre sui sentieri segnati!!) sono il Padule dell’Ulivo/Cornacchiaia (solo con visita guidata) ed il Padule del Massaciuccoli con il Museo dell’Ecologia della Palude gestito dalla LIPU a Massaciuccoli, Massarosa. E ancora, sempre nel Massaciuccoli orientale, il camminamento sospeso nella Riserva Naturale del Chiarone dove si può ammirare il falascheto, le acque trasparenti perché filtrate dalla vegetazione, una bellissima sfagneta, un piccolo bosco igrofilo e le acque aperte del lago con la fauna che si alterna durante le diverse stagioni. Questo è uno dei luoghi dove da sempre è più facile osservare il falco pescatore ed il falco di palude. La zona umida più ricca di fauna e visitabile con guida durante l’inverno è senz’altro la Riserva delle Lame di Fuori a San Rossore. Altre zone umide interessantissime sono quelle della Riserva Naturale della Lecciona con grandi aree retrodunali di acqua dolce “misteriosamente” vicino al mare, a San Rossore della Riserva Naturale del Paduletto, a Poggio di Mezzo con boschi allagati e una sperimentazione di introduzione di piante rarissime (solo con guida) e della Riserva Naturale della Cornacchiaia e Bosco dell’Ulivo (solo con guida) dove sarà facile osservare le testuggini d’acqua dolce e altra fauna in migrazione per la distanza ravvicinata.