La difficile conservazione del fratino, specie bandiera degli ecosistemi dunali”, questo il titolo dell’incontro tenutosi lo scorso 17 febbraio in Sala Gronchi (località Cascine Vecchie) presso la Tenuta di San Rossore. Un convegno aperto al pubblico, cui hanno partecipato anche le guide consigliate dal Parco.

Ad aprire l’incontro con i saluti istituzionali sono stati il presidente del Parco, Lorenzo Bani ed il sindaco del comune di Vecchiano, Massimiliano Angori, i quali hanno ribadito l’importanza di una gestione in sinergia tra l’ente, le associazioni ed il comune stesso e dell’aiuto fondamentale di una corretta divulgazione per le risolvere le problematiche.

Insieme al dottor Luca Puglisi, presidente del COT (Centro Ornitologico Toscano), si è intrapreso un viaggio alla scoperta dell’ecosistema dunale, con le sue criticità e difficoltà di gestione, ma anche delle sue bellezze, tra cui spicca la presenza del fratino, il piccolo, ed ormai famoso, limicolo che nidifica nelle spiagge. Si è reso chiaro lo stretto collegamento tra la tutela di questo uccello e la pressione umana, sempre più presente e pericolosa. «Tutti vogliono andare sulla spiaggia, ma solo pochi capiscono che è un ecosistema» afferma Puglisi, sottolineando che le spiagge vengono percepite come luogo turistico di svago e divertimento e non come ambiente delicato. L’ecosistema dunale non è solo una mera distesa di sabbia, ma una grande risorsa che protegge la falda di acqua dolce, ripara dall’aerosol marino, dall’erosione costiera, dalle tempeste e costituisce un valore paesaggistico ricco di biodiversità assolutamente da preservare.

Da questo sistema dipende totalmente il fratino. Mimetico, elusivo e coraggioso, il fratino nidifica sulle coste o in ambienti salati e salmastri con poca vegetazione, nel periodo tra aprile ed agosto. Depone 3 uova che, come lui, sono quasi impossibili da vedere per il loro mimetismo che le rende difficili da cacciare, ma facili da calpestare involontariamente. I suoi nidi necessitano di spazi attenti: fronte mare il rischio di sommersione è più alto; se troppo arretrato, l’aumento di una complessa vegetazione rende difficoltosa la ricezione di eventuali minacce nell’ambiente circostante. La sua popolazione è globalmente in forte declino, mentre in Italia ed in Toscana è ai livelli massimi di rischio estinzione. Delle 200 – 600 coppie rilevate nel XIX secolo, dai dati degli ultimi anni (2018 -2021), si rilevano appena 10 – 16 coppie, presenti nel Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli, a Castagneto Carducci e nel Parco della Maremma. Un drastico calo dovuto a fattori naturali, come le predazioni e le mareggiate, ma anche e soprattutto a fattori antropici, quali l’alta pressione turistica, il calpestio incontrollato della spiaggia, i cani senza guinzaglio, la pulizia indiscriminata con mezzi meccanici e la distruzione volontaria dei nidi. Anche le stesse predazioni naturali possono essere influenzate dall’attività umana, lasciando, ad esempio, avanzi di cibo in giro che attirano i predatori.

Nel Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli l’ecosistema dunale è costituito da dune fisse alte e dalle cosiddette dune mobili o embrionali, di interesse comunitario e tutelate per legge, dove vivono organismi che non sopravviverebbero in altri ambienti. Spiagge e dune sono ambienti complessi, l’escursione termica è alta, la vicinanza al mare crea condizioni più ventilate, mentre arretrando di poche decine di metri il calore è maggiore ed i pericoli aumentano. Dai monitoraggi effettuati si evince che il piccolo limicolo predilige una zona che va dai 20 ai 40 metri di distanza dalla riva, per sfuggire alla presenza umana riversata nei primi 25 metri circa e che il 60% dei nidi fallisce se non è tutelato. L’organizzazione e la disponibilità dello spazio sono quindi difficili, ma fondamentali per chi vive in questi luoghi. Ciò che emerge dall’intervento del dottor Puglisi è che per una gestione sostenibile è necessario ridurre la pressione antropica sulla parte più interna delle spiagge delimitando le aree sensibili con recinzioni, far comprendere il valore ecologico di questi ecosistemi e far capire che la loro protezione è comunque possibile senza la riduzione della fruizione delle spiagge.

Delle operazioni effettuate negli anni, in collaborazione tra ente, comuni e associazioni, ha parlato, invece, il dottor Andrea Somma, volontario di Legambiente. «Il fratino è la specie bandiera: proteggendo lui proteggiamo anche tutti gli organismi vegetali ed animali presenti che, se tutelati con recinzioni, non verranno calpestati e distrutti». Questo il senso che si cela dietro l’immagine del fratino: un intero ecosistema di cui si fa emblema e portavoce per la sua protezione.

Dal 2001, anno cui viene intercettato il fratino sulle nostre spiagge del Parco, numerosi progetti e decisioni hanno contribuito alla sua salvaguardia
2003: prima ordinanza di protezione e sorveglianza;
2005 – 2009: Progetto Life Dunetosca, costruzione dei primi recinti e prima nidificazione riuscita;
2018 – 2020: Choose Nature, gruppi locali di volontari per protezione e sensibilizzazione;
2019: Progetto “Le spiagge del Parco”, catalogo divulgativo e coinvolgimento di guide e stabilimenti balneari;
2021 (rinnovato fino al 2024): Progetto “Le dune costiere”, collaborazione tra ente, comuni e associazioni ambientaliste Lipu, WWF e Legambiente per tutela e lavori di sensibilizzazione.

Fondamentali sono state le azioni compiute finora, ma ancora più importante è la consapevolezza del valore inestimabile di cui disponiamo e la responsabilità che tutti abbiamo nella salvaguardia del fratino e degli ecosistemi dunali. Informarsi e sensibilizzare sono passi alla portata di tutti e sono la chiave centrale per imboccare il giusto sentiero verso la tutela di questo delicato ambiente e delle specie che da esso dipendono.

Per partecipare alle prossime iniziative potete iscrivervi a: https://chat.whatsapp.com/KBVIo2wmDmYBSFFN3Ja0SD

Sara Maggini