Lunedì 10 e 17 ottobre gli studenti del terzo anno del corso di laurea in Veterinaria dell’Università di Pisa, accompagnati dalla professoressa Maria Claudia Curadi, hanno partecipato alla lezione tenuta da uno degli operai del Parco che cura l’allevamento di equidi e camelidi di San Rossore, per ammirare questi animali da vicino.
La Tenuta di San Rossore vanta uno degli ultimi allevamenti allo stato brado in Italia, attualmente sono presenti quattordici fattrici di Monterufolini e sette di TPR. Oltretutto è organizzato in modo tale che consente non solo di mantenere attivo l’allevamento allo stato brado, ma anche di permettere l’accesso regolato in modo da raggiungere uno degli obiettivi principali per un parco, cioè l’educazione ambientale e la ricerca scientifica. I cavalli TPR (Tiro Pesante Rapido), molto mansueti e dalla corporatura massiccia, sono usati generalmente in agricoltura. I Monterufolini sono caratterizzati da una struttura più esile adatta ad insinuarsi nella macchia mediterranea; si tratta, quindi, di un cavallo multifunzionale.
Essendo la lezione rivolta a studenti di veterinaria non poteva mancare una parentesi sul fieno, il cui riconoscimento è basilare. Per essere di buona qualità, deve essere profumato e verde; punto focale è stato poterlo toccare con mano, vedere il suo colore e sentirne il profumo. I ragazzi hanno anche potuto vedere i famosi dromedari del Parco, presenti sin dal tempo dei Medici e usati tradizionalmente come animali da soma perché, dato che riescono a sdraiarsi, sono più facili da caricare e scaricare. Oggi vivono liberi nei pascoli della Tenuta.
Il Parco è il custode degli animali: cavalli e dromedari, reintrodotti in memoria del passato, sono un esempio del patrimonio storico-culturale e ambientale. In particolare la razza dei Monterufolini è oggi in via d’estinzione ed al Parco, grazie ai suoi numerosi ettari, è stato affidato il compito di ospitarli preservando la specie. Missione dei parchi è occuparsi in modo particolare dei bambini, ma anche degli adulti, attraverso l’educazione ambientale, permettendo loro di apprendere, anche inconsapevolmente, realtà legate al mondo naturale. Svolgere educazione alla natura vicino ai cavalli consente di entrare in connessione con l’ambiente: sono animali sociali e per tale motivo entriamo in empatia e proviamo forti emozioni osservandoli. I cavalli sono presenti nelle nostre vite fin da bambini, nelle fiabe e nel nostro immaginario; siamo abituati a vederli domati, tenuti in box o in recinti, al riparo e al caldo, secondo la nostra concezione di comodità, ma mai allo stato brado.
Veicolare gli insegnamenti con gli animali facilita il compito al Parco e dona esperienze uniche alle persone. La realtà del Boschetto con l’allevamento brado ben si presta a questo scopo. Inoltre, gli allevamenti estensivi sono sostenibili e favoriscono la biodiversità, permettono di far vivere gli animali secondo il proprio essere, senza particolari cure e spese. Già questo ci permette di capire l’importanza del rispettare le leggi naturali e con esse i ritmi e le necessità biologiche di ogni essere vivente, portando in alto i valori etici, individuali e sociali.
I cavalli e i dromedari sono alla ricerca incessante della libertà, libertà che solo con lo stato brado possiamo restituirgli. Guardarli brucare, correre e scappare, liberi e privi di ogni vincolo, permette di capire quanto sia fondamentale rispettare i loro tempi e spazi, lasciandogli la possibilità di decidere se avvicinarsi e fidarsi di noi. E proprio libertà, fierezza, serenità, gioia sono solo alcune delle sensazioni che percepiamo soltanto guardandoli a distanza, durante le loro interazioni.
Ecco alcune dei pensieri lasciati dai ragazzi, che, con grande entusiasmo, hanno espresso il desiderio di poter tornare presto a lavorare con i cavalli ed i dromedari del Parco e noi saremo lieti di accoglierli nuovamente alla prossima occasione.
“Il Parco è un dono dal cielo”
“No he entendido mucho las explicaciones, pero me ha encantado ver caballos libres por un vez”
“É sempre più difficile trovare il modo di tenere alta l’attenzione. Vederli con l’attenzione negli occhi, trovare un momento di concentrazione e vederli ascoltare è un momento di rara bellezza”
“Servirebbero molte più persone capaci di trasmettere certi valori dimenticati! Continuando a seminare il futuro in maniera genuina, forse un giorno, vivremo in una società migliore”
“Certi progetti sono come un seme della vita. Destinati a diventare fiori, poi albero, poi ancora seme”
“Un enorme ringraziamento per tutto ciò che ho imparato, grazie alle tue parole e grazie ai tuoi silenzi”
“Sarebbe un sogno per noi svolgere tutte le lezioni pratiche e teoriche all’aperto”
“Questo posto e le sue parole mi hanno fatto ricordare che, come dice mio nonno, bisognerebbe fare un passo indietro piuttosto che cercare sempre il “di più”. Spetta’olo!”
Articolo di Giulia Gaimari e Arianna Anichini, volontarie del servizio civile del Parco, foto di Sara Maggini