Continua il monitoraggio del lupo nel Parco Regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli, dopo che sette mesi fa due individui sono stati dotati di collari gps, strumenti che insieme alle 37 foto e videotrappole permettono di studiarne meglio il comportamento e attuare una serie di accorgimenti per facilitare la convivenza con le attività umane. I due individui controllati sono il maschio riproduttore del branco ed il solitario non afferente al nucleo familiare. I dati preliminari raccolti dal gruppo di ricerca grandi mammiferi dell’università di Sassari, che da decenni collabora con il Parco, hanno già fornito utili indicazioni. Si tratta di informazioni su molteplici aspetti comportamentali tipici della specie, quali comportamento spaziale, aree maggiormente utilizzate per le attività di caccia, frequenza e velocità di spostamento nel territorio ed interazioni con l’uomo.

I possibili incontri, che il lupo cerca sempre di evitare perché schivo e non vuole contatti, sono sempre dovuti a persone che aggirando i divieti entrano irregolarmente ad aree non accessibili se non con guida ambientale. La buona notizia è la nascita di tre nuovi cuccioli, ad oggi già in grado di seguire il branco in tutti i suoi spostamenti. Al momento il branco, che ha individuato nella Tenuta di San Rossore il proprio areale, la propria ‘casa’, è composto da 9-10 individui.

Interessanti informazioni sono arrivate anche dall’individuo solitario: spesso segue gli spostamenti del branco per cibarsi degli avanzi di predazioni rappresentate dai daini, ungulati la cui presenza numerica eccessiva a San Rossore è mitigata dal lupo. Inoltre a frequenza quasi mensile compie eccezionali spostamenti raggiungendo in poche ore la Garfagnana o le Alpi Apuane, per poi rientrare dopo 1 o 2 giorni entro i confini del Parco. È bene infatti ricordare che i lupi, contrariamente alla credenza popolare, proprio perché capaci di grandi spostamenti non possono essere introdotti dall’uomo in uno specifico territorio, ma sono loro stessi a scegliere una zona come proprio areale.

Altre utili informazioni saranno raccolte nei prossimi mesi, fino a quando i ricercatori procederanno al distacco dei collari (mediante comando in remoto) prima che le batterie si esauriscano. Il monitoraggio della specie lupo (Canis lupus) rappresenta uno dei tanti aspetti che sottolineano l’impegno del Parco in termini di ricerca scientifica, una ricerca utile sia a chiarire gli aspetti connessi alle meraviglie naturali che caratterizzano il territorio, sia a garantire una giusta convivenza con le storiche attività umane della zona. Il gps, per esempio, può essere predisposto per avvertire qualora i lupi si dovessero avvicinare nelle aree antropizzate.

La presenza del lupo, specie protetta in Italia, indica un ambiente sano. Si tratta di un animale schivo, che preferisce le ore notturne e che si allontana quando percepisce la presenza dell’uomo, un animale selvatico che non deve essere avvicinato. Per la convivenza è importante seguire alcune regole: non lasciare cibo potenzialmente utilizzabile dalla specie, non dare da mangiare agli animali selvatici, rimanere a distanza sempre in particolare se gli individui sono in alimentazione, tenere al guinzaglio i cani, rimanere sui sentieri segnalati e autorizzati.