Foreste che resistono: rimboschimenti e LIFESySTEMiC

Nei 24mila ettari del Parco le grandi foreste sono uno degli attori principali: si va dai boschi allagati di origine naturale delle zone umide alle quercete di farnia fino alle pinete che sono il frutto dell’intervento secolare dell’uomo. Adesso è lo stesso uomo che deve utilizzare le conoscenze scientifiche e tecnologiche in suo possesso per rendere le foreste più resistenti ai cambiamenti climatici in corso. Nel Parco sono in corso due progetti per il benessere della foresta

Il progetto europeo LIFESySTEMiC punta alla variabilità genetica per rendere le foreste più forti e resistenti ai cambiamenti climatici. In particolare si studiano metodi di gestione sostenibile e sistemi selvicolturali che possano aumentare la variabilità genetica degli alberi di un bosco: questo significa aumentare le probabilità che ci siano piante con caratteristiche genetiche che consentono di superare le difficoltà, rendendo la foresta più pronta ad affrontare mutate condizioni climatiche ed ambientali. Nel Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli le pinete di pino domestico di San Rossore, storicamente coltivate, e le caratteristiche quercete planiziali di farnia saranno tra le protagoniste di questo studio. In specifiche aree scelte verranno raccolti tutti i dati necessari, a partire dal materiale genetico, e monitorati per tutti i 5 anni della durata del progetto. Nelle pinete inoltre sono previsti piccoli interventi selvicolturali sperimentali, con diversi sistemi di trattamento, e ne sarà misurata l’efficacia in termini di biodiversità e rigenerazione naturale. L’obiettivo è comprendere quale sistema selvicolturale porta a boschi più ricchi dal punto di vista della biodiversità genetica e della rinnovazione naturale e quindi più resilienti rispetto ai cambiamenti climatici in atto.

Rimboschimento dell’habitat delle dune, dalla Bufalina alla Macchia Lucchese – Nell’area si trovavano pini marittimi piantati negli anni ’80 che negli ultimi anni si sono seccati, colpiti prima da un incendio e poi dal Matsucoccus, la cocciniglia che ha purtroppo attaccato tante pinete italiane. Per ottenere un bosco più resistente, l’Ente Parco sta intervenendo con un progetto che prevede, dopo la rimozione dei pini marittimi secchi, una bonifica dell’area dal rischio incendi e diffusione di patogeni nel bosco vicino, e il rimboschimento con piante autoctone e caratteristiche del paesaggio: soprattutto lecci, ma anche frassini, ontani, pioppi bianchi e pini domestici. Il progetto si sviluppa in tre fasi: un primo intervento sperimentale a Torre del Lago (1 ettaro, già realizzato); un secondo lavoro alla Bufalina (12 ettari) con la piantumazione di oltre 1100 piante di ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus),un arbusto tipico dell’ambiente costiero della nostra zona, con la densità di 100 per ettaro tipica dell’area; un terzo intervento alla Macchia Lucchese dove saranno piantati 250 alberi per ettaro su una superficie di 13,5 ettari nella fascia che va da viale Kennedy fino a via della Guidicciona, per un totale di 3400 piante. Tutto con particolare attenzione al sistema dunale, utilizzando solo mezzi adatti ai luoghi e con  monitoraggi e manutenzione costante nei 5 anni successivi alle piantumazioni, compresa l’irrigazione e l’eventuale sostituzione delle piante se necessario. L’intervento è finanziato dall’Unione europea, all’interno del Piano di Sviluppo Rurale, attingendo a risorse attivate dalla Regione Toscana proprio per recuperare le pinete attaccate dal Matsucoccus