In volo dai monti Pisani al lago di Porta attraverso il padule di Massaciuccoli

 

Nell’ottobre 2000 è stato presentato alla Regione Toscana un progetto dal titolo “In volo dai monti Pisani al lago di Porta attraverso il padule di Massaciuccoli”, che interessa quattro aree protette: il Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli, l’ANPIL lago di Porta, l’ANPIL Monte Castellare e l’ANPIL Valle delle Fonti.I soggetti gestori delle aree sono, per le prime due rispettivamente l’Ente Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli e il Comitato di Gestione del Lago di Porta, con sede presso il Comune di Montignoso (MS); mentre le ultime due sono gestite dal Comune di San Giuliano Terme (PI).

Il Lago di Porta e il Lago e Padule di Massaciuccoli sono residui del complesso sistema di lagune e stagni presenti nella pianura pisano-versiliese prima degli interventi di bonifica da parte dell’uomo. Complementari sono, invece, gli ambienti che caratterizzano le due ANPIL di San Giuliano Terme collocate sul versante ovest dei Monti Pisani. Infatti, è l’acqua uno degli elementi che unisce tra loro queste aree protette. Inoltre sono individuate due specie di uccelli: il tarabuso e la rondine quali elementi unificanti e simbolici che unisce le quattro aree protette.
Il progetto aveva l’obiettivo di rendere più visibili le connessioni funzionali ed ecologiche all’interno di questo sottosistema di aree protette. Infatti, i fruitori di queste aree attualmente riescono a percepire solo i nodi della rete e più difficilmente le loro reali connessioni. Le categorie d’intervento privilegiate sono la conservazione e tutela naturalistica e della biodiversità, tramite opere di miglioramento ambientale e prevenzione del degrado e la creazione di strutture di base per la fruizione delle aree protette.

Il progetto si articola in:

  • interventi di gestione naturalistica con realizzazione/recupero di specchi d’acqua, canali, ecc. per favorire la sosta dell’avifauna, nonché per creare siti idonei per la riproduzione di anfibi e pesci, incremento della biodiversità e controllo delle specie alloctone, sistemazione della rete idraulica minore e riduzione del fenomeno d’interramento e riempimento progressivo delle aree umide, da attuarsi anche mediante un acquisto preliminare dei terreni palustri, per garantire una continuità nella gestione naturalistica degli stessi;
  • realizzazione di strutture di fruizione quali camminamenti e osservatori, laboratorio didattico, centro informazione e documentazione, foresteria.

Tra gli interventi attuati, è stato realizzato il nuovo camminamento della Riserva Naturale del Chiarone, nota più comunemente come Oasi LIPU di Massaciuccoli. L’Ente Parco aveva realizzato, nella metà degli anni ’80 del secolo scorso, in questa parte occidentale del suo territorio un camminamento in legno su palafitte che si inoltrava tra i falaschi e le cannucce del padule per raggiungere lo specchio d’acqua denominato Chiarone, da cui prende il nome la riserva, e sul quale due osservatori permettevano di osservare il movimento degli uccelli, senza disturbarli. Tale camminamento è poi rimasto, con alcune opere di manutenzione, a volte anche consistenti, per circa venti anni. Nel frattempo l’Ente Parco aveva stipulato una convenzione con la LIPU per la gestione della riserva. All’inizio del secolo con il primo progetto di sistema, in accordo con la LIPU e la Regione Toscana, si è deciso perciò di acquistare i terreni della riserva e di realizzare un nuovo camminamento in legno su palafitte, che, ripercorrendo il tracciato del precedente, potesse però essere accessibile anche ai diversamente abili. 

Percorso didattico accessibile nell’area dell’ex vivaio forestale “Chiuso di Capomadria” detto anche “Sentiero dei Tre Pini”
L’itinerario è situato nell’area dell’ex-vivaio forestale denominata “Chiuso di Capomandria”, in località San Piero a Grado. Il percorso didattico, che si sviluppa all’interno del bosco di latifoglie e di pino domestico per una lunghezza di circa 500 m., è stato attivato agli inizi degli anni ’90 del secolo scorso e deve essere adattato per le esigenze dei diversamente abili. Inoltre viene prolungato di circa 200 m., per includere la visita ad una zona umida nella quale è stata negli ultimi anni sviluppata un’attività di inanellamento per gruccioni. Il percorso è arricchito dalla presenza di alcune strutture tipiche dell’attività di produzione del carbone, che aveva caratterizzato l’area sino alla metà del secolo scorso (capanna di rifugio e carbonaia) oltre ad una adeguata cartellonistica e bacheche illustrative (con scrittura anche in braille).
L’area presenta una grande varietà di specie, si passa infatti da ambienti con cenosi forestali prevalentemente a specie mesoigrofile – come il frassino, l’ontano, il pioppo bianco – ad aree con pinete miste a leccio, accompagnate dalla presenza di grosse querce, come la farnia. Nello sviluppo morfologico dell’area, l’ambiente prettamente di lama si alterna ad un ambiente di tombolo. All’interno del percorso è presente altresì un piccolo invaso contornato da specie particolari come il cipresso calvo, i gattici e la rara liana periploca greca.

Il percorso è stato completato ed inaugurato il 10 Aprile 2010.

Percorso didattico accessibile nella tenuta Borbone, all’interno della riserva naturale della Lecciona
Il secondo percorso è localizzato nella riserva naturale denominata “Lecciona”. Il tragitto ha una lunghezza di circa 1,5 km: Inizia di fronte al complesso architettonico della Villa Borbone ed arriva fino alla battigia del mare, “tagliando” trasversalmente la Macchia Lucchese.
Il percorso attraversa ambiente boscato sia mesoigrofilo che a pineta. Si evidenzia la presenza di un’area umida depressa in cui erano state collocate passerelle in legno, oggi distrutte. La nuova organizzazione del percorso, prevede il trattamento del fondo per renderlo accessibile, il rifacimento delle passerelle in legno e aree di sosta, attrezzate con sedute.
Durante il cammino, si può ammirare il progressivo susseguirsi di ambienti naturali diversificati. Le pinete di impianto antropico, con predominanza di pino domestico, si sovrappongono ad un sottobosco di lecci che si mostra particolarmente rigoglioso nelle zone dunali, mentre, nelle interdune acquitrinose, cede il posto al bosco di caducifoglie. Superata la zona forestale, il percorso prosegue nell’area retro-dunale fino alla zona degli arenili.

Il percorso è stato completato ed inaugurato l’8 Ottobre 2011.

Percorso didattico accessibile nella tenuta di San Rossore: dune di Fiume Morto Vecchio
Il percorso didattico nella Tenuta di San Rossore è collocato nella Riserva Fiume Morto Vecchio.
L’itinerario si snoda attraverso la caratteristica pineta di San Rossore, fino a raggiungere il cordone dunale della fascia litorale. L’area boscata formata da boschi mesoigrofili, a fianco dell’antico alveo del fosso, prosegue poi, all’interno, come pineta specializzata a pino marittimo, fino a raggiungere l’ecosistema dunale. Data la particolare natura del luogo, il percorso medesimo presenta, nell’ultimo tratto, dislivelli di quota piuttosto significativi. Le dune risultano, infatti, in quest’area di altezza variabile fino a 8-10 mt, che viene raggiunta con un percorso sopraelevato in legno.
La vegetazione caratteristica di quest’area è del tipo psammofilo, e dalla sommità delle dune è possibile ammirare la fascia dell’arenile e il mare. Dalla sommità del percorso in legno è possibile godere di uno splendido panorama, formato ad ovest dal mare, a nord dalla città di Viareggio sovrastata dalle Alpi Apuane, ad est dalla zona dunale che lascia ben presto il posto al bosco e nella parte retrostante si elevano i Monti Pisani, poi volgendosi a sud, dietro il bosco, in lontananza, le colline pisane e più vicina la foce dell’Arno con l’abitato di Marina di Pisa.

Il percorso è stato completato ed inaugurato nel 2012.

 

 

Nell’ottobre 2000 è stato presentato alla Regione Toscana un progetto dal titolo “In volo dai monti Pisani al lago di Porta attraverso il padule di Massaciuccoli”, che interessa quattro aree protette: il Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli, l’ANPIL lago di Porta, l’ANPIL Monte Castellare e l’ANPIL Valle delle Fonti.I soggetti gestori delle aree sono, per le prime due rispettivamente l’Ente Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli e il Comitato di Gestione del Lago di Porta, con sede presso il Comune di Montignoso (MS); mentre le ultime due sono gestite dal Comune di San Giuliano Terme (PI).

Il Lago di Porta e il Lago e Padule di Massaciuccoli sono residui del complesso sistema di lagune e stagni presenti nella pianura pisano-versiliese prima degli interventi di bonifica da parte dell’uomo. Complementari sono, invece, gli ambienti che caratterizzano le due ANPIL di San Giuliano Terme collocate sul versante ovest dei Monti Pisani. Infatti, è l’acqua uno degli elementi che unisce tra loro queste aree protette. Inoltre sono individuate due specie di uccelli: il tarabuso e la rondine quali elementi unificanti e simbolici che unisce le quattro aree protette.
Il progetto aveva l’obiettivo di rendere più visibili le connessioni funzionali ed ecologiche all’interno di questo sottosistema di aree protette. Infatti, i fruitori di queste aree attualmente riescono a percepire solo i nodi della rete e più difficilmente le loro reali connessioni. Le categorie d’intervento privilegiate sono la conservazione e tutela naturalistica e della biodiversità, tramite opere di miglioramento ambientale e prevenzione del degrado e la creazione di strutture di base per la fruizione delle aree protette.

Il progetto si articola in:

  • interventi di gestione naturalistica con realizzazione/recupero di specchi d’acqua, canali, ecc. per favorire la sosta dell’avifauna, nonché per creare siti idonei per la riproduzione di anfibi e pesci, incremento della biodiversità e controllo delle specie alloctone, sistemazione della rete idraulica minore e riduzione del fenomeno d’interramento e riempimento progressivo delle aree umide, da attuarsi anche mediante un acquisto preliminare dei terreni palustri, per garantire una continuità nella gestione naturalistica degli stessi;
  • realizzazione di strutture di fruizione quali camminamenti e osservatori, laboratorio didattico, centro informazione e documentazione, foresteria.

Tra gli interventi attuati, è stato realizzato il nuovo camminamento della Riserva Naturale del Chiarone, nota più comunemente come Oasi LIPU di Massaciuccoli. L’Ente Parco aveva realizzato, nella metà degli anni ’80 del secolo scorso, in questa parte occidentale del suo territorio un camminamento in legno su palafitte che si inoltrava tra i falaschi e le cannucce del padule per raggiungere lo specchio d’acqua denominato Chiarone, da cui prende il nome la riserva, e sul quale due osservatori permettevano di osservare il movimento degli uccelli, senza disturbarli. Tale camminamento è poi rimasto, con alcune opere di manutenzione, a volte anche consistenti, per circa venti anni. Nel frattempo l’Ente Parco aveva stipulato una convenzione con la LIPU per la gestione della riserva. All’inizio del secolo con il primo progetto di sistema, in accordo con la LIPU e la Regione Toscana, si è deciso perciò di acquistare i terreni della riserva e di realizzare un nuovo camminamento in legno su palafitte, che, ripercorrendo il tracciato del precedente, potesse però essere accessibile anche ai diversamente abili. 

Percorso didattico accessibile nell’area dell’ex vivaio forestale “Chiuso di Capomadria” detto anche “Sentiero dei Tre Pini”
L’itinerario è situato nell’area dell’ex-vivaio forestale denominata “Chiuso di Capomandria”, in località San Piero a Grado. Il percorso didattico, che si sviluppa all’interno del bosco di latifoglie e di pino domestico per una lunghezza di circa 500 m., è stato attivato agli inizi degli anni ’90 del secolo scorso e deve essere adattato per le esigenze dei diversamente abili. Inoltre viene prolungato di circa 200 m., per includere la visita ad una zona umida nella quale è stata negli ultimi anni sviluppata un’attività di inanellamento per gruccioni. Il percorso è arricchito dalla presenza di alcune strutture tipiche dell’attività di produzione del carbone, che aveva caratterizzato l’area sino alla metà del secolo scorso (capanna di rifugio e carbonaia) oltre ad una adeguata cartellonistica e bacheche illustrative (con scrittura anche in braille).
L’area presenta una grande varietà di specie, si passa infatti da ambienti con cenosi forestali prevalentemente a specie mesoigrofile – come il frassino, l’ontano, il pioppo bianco – ad aree con pinete miste a leccio, accompagnate dalla presenza di grosse querce, come la farnia. Nello sviluppo morfologico dell’area, l’ambiente prettamente di lama si alterna ad un ambiente di tombolo. All’interno del percorso è presente altresì un piccolo invaso contornato da specie particolari come il cipresso calvo, i gattici e la rara liana periploca greca.

Il percorso è stato completato ed inaugurato il 10 Aprile 2010.

Percorso didattico accessibile nella tenuta Borbone, all’interno della riserva naturale della Lecciona
Il secondo percorso è localizzato nella riserva naturale denominata “Lecciona”. Il tragitto ha una lunghezza di circa 1,5 km: Inizia di fronte al complesso architettonico della Villa Borbone ed arriva fino alla battigia del mare, “tagliando” trasversalmente la Macchia Lucchese.
Il percorso attraversa ambiente boscato sia mesoigrofilo che a pineta. Si evidenzia la presenza di un’area umida depressa in cui erano state collocate passerelle in legno, oggi distrutte. La nuova organizzazione del percorso, prevede il trattamento del fondo per renderlo accessibile, il rifacimento delle passerelle in legno e aree di sosta, attrezzate con sedute.
Durante il cammino, si può ammirare il progressivo susseguirsi di ambienti naturali diversificati. Le pinete di impianto antropico, con predominanza di pino domestico, si sovrappongono ad un sottobosco di lecci che si mostra particolarmente rigoglioso nelle zone dunali, mentre, nelle interdune acquitrinose, cede il posto al bosco di caducifoglie. Superata la zona forestale, il percorso prosegue nell’area retro-dunale fino alla zona degli arenili.

Il percorso è stato completato ed inaugurato l’8 Ottobre 2011.

Percorso didattico accessibile nella tenuta di San Rossore: dune di Fiume Morto Vecchio
Il percorso didattico nella Tenuta di San Rossore è collocato nella Riserva Fiume Morto Vecchio.
L’itinerario si snoda attraverso la caratteristica pineta di San Rossore, fino a raggiungere il cordone dunale della fascia litorale. L’area boscata formata da boschi mesoigrofili, a fianco dell’antico alveo del fosso, prosegue poi, all’interno, come pineta specializzata a pino marittimo, fino a raggiungere l’ecosistema dunale. Data la particolare natura del luogo, il percorso medesimo presenta, nell’ultimo tratto, dislivelli di quota piuttosto significativi. Le dune risultano, infatti, in quest’area di altezza variabile fino a 8-10 mt, che viene raggiunta con un percorso sopraelevato in legno.
La vegetazione caratteristica di quest’area è del tipo psammofilo, e dalla sommità delle dune è possibile ammirare la fascia dell’arenile e il mare. Dalla sommità del percorso in legno è possibile godere di uno splendido panorama, formato ad ovest dal mare, a nord dalla città di Viareggio sovrastata dalle Alpi Apuane, ad est dalla zona dunale che lascia ben presto il posto al bosco e nella parte retrostante si elevano i Monti Pisani, poi volgendosi a sud, dietro il bosco, in lontananza, le colline pisane e più vicina la foce dell’Arno con l’abitato di Marina di Pisa.

Il percorso è stato completato ed inaugurato nel 2012.